sabato 29 ottobre 2016

Urge cambiare rotta

Buongiorno, oggi riporto una parte di un articolo che ho letto, e penso abbia delle similitudini con la nostra situazione.  “Distruggere per ricostruire." In azienda si definisce turnaround e si applica quando la situazione negativa ha raggiunto un punto di non ritorno, quello per cui si vorrebbe scappare altrove e che invece impone di rimanere con il coraggio di far ripartire la nave, non prima di averla demolita”. Le fasi successive sono la resilienza, in cui si creano basi solide per ripartire più forti di prima, la costruzione della fiducia per intensificare la comunicazione a vari livelli, la collaborazione e la condivisione di idee e progetti, e infine l’impegno del singolo, dall’ad all’operaio, per realizzare una dream company, un’azienda da sogno, la “montagna inaccessibile” . “Ma il vero sogno è raggiungerla, gradino dopo gradino in un percorso di miglioramento continuo, tendente alla perfezione. Il segreto non è alimentare la presunzione di voler arrivare sulla vetta, ma costruire ogni singolo passo per godersi il viaggio”.



La dream company per cui vale la pena scalare la montagna è un’impresa di eccellenza che “dovrebbe recare in sé cellule staminali di Apple unite a quelle di Toyota, in un connubio di pathos e logos, di cervello sinistro e cervello destro”, , il sistema di produzione Toyota, azienda automobilistica nota in tutto il mondo, è fondato su una filosofia orientale alla cui base ci sono i principi del Kaizen (miglioramento continuo) e dell’hansei (l’autocritica frutto di riflessione). Il termine Kaizen, formato da due vocaboli giapponesi ovvero “Kai” che significa “cambiamento, miglioramento” e “Zen” che vuol dire “buono, migliore”, rimanda al concetto di “miglioramento continuo”. Quello della Toyota è un modello dominato da pragmatismo e buon senso, in grado di ottimizzare i processi aziendali per soddisfare un bisogno esistente.

Adottare i principi Kaizen apre quindi la strada al cambiamento e permette di superare limiti e paure. Lo stesso vale per le imprese, con la differenza che tocca al leader dettare le condizioni di sviluppo delle potenzialità e delle prestazioni individuali. Un tipo di leadership che, richiede tre fasi: trasformare persone egoiche, schiave delle loro paure e dei loro pregiudizi, in individui eccezionali, mettere il potenziale individuale al servizio di un obiettivo comune, condividere un sogno collettivo. Il manager quindi è, un catalizzatore di forze in grado di attirare le energie dei collaboratori e trasformarle in qualcosa di condiviso

e potente. “Sono convinto che una squadra mediocre, in grado di realizzare le proprie potenzialità, sia superiore a una squadra fortissima dominata dalle paure”.Ora questo è un riassunto dell' articolo a me è sembrato interessante, e in molti punti lo condivido, ora questa rivoluzione deve aver inizio ai piani alti e impostata da persone con una preparazione ben diversa da ciò che abbiamo in azienda. In un articolo passato si è già parlato dei principi Kaizen va solo modificato alle esigenze nostrane, Ciao e buona giornata.  

domenica 23 ottobre 2016

Ambiente sereno ?

Buongiorno, un sereno ambiente di lavoro è l' obbiettivo perseguito da molte aziende. Non so quante vi riescono, a favorire il raggiungimento di questo obbiettivo concorrono molti elementi. I vertici aziendali a mio avviso ne sono i principali responsabili, ma purtroppo non sempre lo capiscono o non sono in grado di promuovere azioni perché ciò si realizzi. Aggiungo anche che se in un' azienda non c'è armonia rispetto stima tra i dirigenti, non si può pretendere che ai livelli più bassi vi sia un ambiente sereno costruttivo. Ora non voglio aggiungere altre banalità, ma purtroppo il tempo non  può fare altro che peggiorare le cose. L' argomento si presta a molte considerazioni ognuno potrà aggiungere la sua se vorrà. A presto.

giovedì 6 ottobre 2016

I giovani scappano

Buongiorno ,i pochi giovani assunti, purtroppo scappano. Su le ragioni per cui i pochi giovani assunti se ne vadano, posso avanzare solo ipotesi. Il primo è che  non sono coinvolti in un progetto, sono messi li e si devono arrangiare ad apprendere, non parliamo di stipendi,per carità....in un ambiente per niente sereno. Un giovane appena può e vuole crescere se ne va, senza mezzo rimpianto, ne abbiamo visti purtroppo negli ultimi tempi.Non c è un briciolo di organizzazione di progetto per il futuro. Mia impressione è  che li prendano esclusivamente per il basso costo orario, e per gli incentivi statali,  del resto non  interessa  niente. Il personale è a mio avviso la risorsa più importante per le aziende, se è motivato e capace le aziende crescono , in caso contrario il futuro è incerto. Buon lavoro