lunedì 13 novembre 2017

Guardare oltre


Nel ghetto libico dei trafficanti di uomini: la foto dell'orrore. E' caccia al feroce generale Alì

Nel ghetto libico dei trafficanti di uomini: la foto dell'orrore. E' caccia al feroce generale Alì
Violenze e torture atroci nel Ghetto di Sabha: ecco la foto dell'orrore  
Per la prima volta, entra a far parte degli atti dell'inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo uno scatto proveniente dall'interno della fortezza di Sabha posta al confine del deserto: usciti vivi in sette, i migranti, costretti a subire torture e violenze atroci hanno trovato il coraggio di collaborare con la polizia
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PALERMO - In sette, usciti vivi dal Ghetto di Sabha, la più spaventosa delle prigioni dei trafficanti di uomini in Libia, hanno trovato il coraggio di collaborare con la polizia e la magistratura italiana, accusare e riconoscere alcuni dei loro carcerieri e ora aiutare gli inquirenti nella caccia al feroce "generale Alì", il capo dei miliziani che gestiscono la fortezza al confine del deserto in cui sono tenuti prigionieri centinaia di migranti costretti a subire torture e violenze atroci per chiedere alle famiglie altri soldi come riscatto per la loro liberazione.

Per la prima volta, una foto proveniente dall'interno del Ghetto di Alì, entra a far parte degli atti dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Marzia Sabella, e affidata ai sostituti procuratori Geri Ferrara e Giorgia Spiri che ha già portato nei mesi scorsi all'individuazione in due centri di accoglienza italiani di due dei carnefici del centro di detenzione, arrestati e ora sotto processo. In un incidente probatorio i sette migranti che collaborano hanno ribadito le loro accuse nei confronti dei loro carcerieri e fornito le sconvolgenti prove, tra cui le foto custodite nei loro telefonini e inviate alle famiglie, di quello che accade dentro quella fortezza inaccessibile difesa da filo spinato e guardie armate di kalashnikov.

E per la prima volta è stata fornita anche una descrizione del misterioso generale Alì: arabo, scuro, capelli lunghi, dall'andatura zoppicante e le spalle incurvate, non giovane né vecchio. Abiterebbe in una villa sulla collina che domina il ghetto, alle  porte della città di Sabha, e adesso la Dda di Palermo ha fatto partire la caccia all'uomo con la collaborazione dei servizi di sicurezza.

Drammatiche le testimonianze dei sette migranti sopravvissuti che hanno visto uccidere e stuprare, donne e bambini morire di fame ed essere buttati via in sacchi di immondizia.

Ad aprire la strada della collaborazione un giovane nigeriano: "Nel mio paese studiavo legge e so che la tortura è un reato universalmente riconosciuto in tutto il mondo. Per questo quando sono arrivato a Lampedusa, ho deciso subito di denunciare tutto alla polizia".                                                                E' una notizia di un giornale che dovrebbe farci riflettere ciao...

sabato 11 novembre 2017

L'attesa sarà lunga.

Buongiorno, sono parecchi mesi che nessuno scrive sul blog. Ho lasciato le chiavi del blog ai nuovi arrivati RSU, ma probabilmente non hanno nulla da scrivere. Sono ormai passati sei mesi ma purtroppo il rinnovo del contratto aziendale non c' è.  Da parte aziendale non ci sono risposte che io sappia. So per esperienza personale che è estremamente difficile  trattare con la nostra dirigenza. Purtroppo abbiamo anche le nostre responsabilità, andare a trattare con il cappello in mano, non ci fa guadagnare rispetto e forza. Ma sono da molto tempo la volontà della maggioranza. Sono convinto che la futura contrattazione, debba essere attuata in modo rivendicativo, e debba essere abbandonato il modo concertativo, molto caro anche a una gran parte del mondo sindacale. Certo con la nostra realtà interna sarà molto ma molto difficile tornare ad un modello di relazioni sindacali rivendicative

L'organizzazione aziendale sta cercando di migliorarsi, ma senza un coinvolgimento della base i risultati sono e saranno scarsi .Sono le scelte, che in Italia, la maggior parte dei signori Brambilla segue, spremere economicamente i dipendenti dove può, tagliare, non investire sulla crescita professionale non stare ad ascoltare non coinvolgere, ma cosa più grave non vedere oltre....Sono molto severo, forse, ma sono preoccupato per i giovani non vedo futuro per loro, c' è solo un tirare a campare, un qualunquismo generale. Concludo con solo un arrivederci a presto.